Storie di DEMONI, originale di Elisa Palmieri © 2006.
Riduzione e adattamento a cura di Paolo Palmieri per Cinema e Locandine ©
1999-2006

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I protagonisti del nostro racconto sono il Diavolo e i suoi servitori: i Demòni (Lamberto Bava, 1985). Lucifero ha innumerevoli nomi con i quali si identifica: Satana, Asmodeo (Helmut Berger in Ho sposato una strega con Renato Pozzetto e Gloria Guida) Belzebù, Belfagor.. in Irlanda, Galles e Scozia il Diavolo prende il nome di Deva, Davy o Taffy, gli Arabi temono il Ghoul, i Babilonesi i sette diavoli Maskim e molti altri..
Satana deriva dall'ebraico Has-satan, che vuol dire l'avversario; diavolo deriva invece dal greco diabolon e significa colui che divide, il falso accusatore, il calunniatore.
Lucifero, l’Arcangelo più bello che si ribellò al volere di Dio e che, come conseguenza alla guerra mossa contro quest’ultimo, fu cacciato dal Paradiso. La sua impetuosa caduta provocò un profondo abisso: gli Inferi.

Molte sono le occasioni per rivelarsi e tentare l’insidia verso l’uomo. L’ultima profezia (1996) descrive gli angeli come creature sanguinarie, con un'ala rivolta a Dio e l'altra intinta nel sangue, desiderosi di essere gli unici soggetti dell’amore di Dio. Gli angeli ribelli del film si scontrano per impossessarsi dell’anima di un colonnello cannibale e malvagio ‘nascosta’ nella gola di una bambina.
Il Diavolo, affascinante e disgustoso, si compiace di una battaglia che non ha provocato e che gli procura molte vite ma anch’egli pretende l’anima del defunto militare. Per raggiungere il suo scopo fa la corte al poliziotto, ex prete che ha perso la fede, il quale, con l’aiuto di una maestra elementare, a dispetto dell’Arcangelo Gabriele (Christopher Walken) tenta di frenare il massacro.
È una comparsata, ma l’Angelo splendente (Lucifero) non sarebbe potuto mancare. E’ semplicemente agghiacciante la scena nella quale appare dal buio in cima ad una roccia, nei pressi di una tenda indiana vestito completamente di nero e accompagnato dall’anima dannata di un monaco inquisitore. Questa pellicola ha avuto due seguiti.

Le sette, in preoccupante aumento, hanno occupato un posto di rilievo nelle statistiche nazionali. Nel solo Lazio sono diverse come lo sono gli aspetti che le caratterizzano ma, come abbiamo avuto modo di imparare e osservare nel corso di questi ultimi anni, la maggior parte preferisce occultarsi sotto la parvenza di semplice comunità. Ognuna di esse insegna, attraverso vari riti di ‘purificazione’, una diversa ottica della realtà circostante e accumula una piccola ricchezza alle spalle di chi si arrende alle trame preparate ad arte.

Fu proprio un folle sanguinario che, a capo di una setta, durante le riprese di
Rosemary's baby (Roman Polanski, 1968) massacrò Sharon Tate, la moglie, il figlio che portava in grembo e gli ospiti presenti in casa. Fu un destino beffardo o la macchinazione lucida di una mente malata che, si disse in seguito, confuse l’abitazione del regista con quella di Terry Melcher. Cosa avrebbero fatto Charles Manson e i suoi adepti se fossero vissuti 46 anni prima, se avessero visto un altro film simile a quello di Polanski, La stregoneria attraverso i secoli, che narra del parto demoniaco di una donna posseduta?
Forse avrebbero fatto meglio a rivolgersi al
L'avvocato del diavolo Per tentare di scampare al carcere a vita. Lo pseudo re-make di Rosemary’s Baby vede come protagonista il maligno nei panni di un avvocato dalle sembianze di Al Pacino che, soddisfatto di aver persuaso l’incredulo Keenu Reeves di essere suo figlio, pur di ‘accarezzargli l’anima’ e impossessarsene con voluttuosa ingordigia, esaudisce ogni suo recondito desiderio.
Sant’Agostino era convinto che il ‘Male’ alberga in ogni uomo e sta a noi combatterlo e vincerlo giorno per giorno.

La mossa del diavolo è un bel film che descrive il reale problema delle sette sataniche e che non ha niente a che vedere con La Setta di Michele Soavi (1990) che riprende zoppicando il tema della fecondazione demoniaca.
Dello stesso Soavi è
La Chiesa (1989) un interessante lungometraggio che si rifà ad alcune credenze medioevali che raccontavano della diffusa setta dei Luciferiani per la quale la chiesa scatenò un vero e proprio attacco. Finirono nelle prigioni anche nobili e innocenti.
Qualche tempo prima
I Diavoli (1971) descrive il processo per stregoneria a Urban Grandier, un sacerdote peccatore, e Suor Giovanna degli Angeli, madre superiora di un convento delle Orsoline a Loudun, entrambi al centro di un processo per stregoneria che si conclude con la condanna del primo al rogo. Tutto per impedire la rinascita ugonotta.

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Le leggende popolari vogliono la lussuria come la tentazione preferita dai diavoli. Le vetuste cronache ci hanno dato notizia di visite notturne a giovani donzelle o monaci osservanti, mettendo alla prova la loro virtù e tramandandoci nei secoli a venire la facilità con la quale si può cedere alla tentazione. Malabimba (1979, Andrea Bianchi) è un tentativo di rendere erotica la possessione diabolica. La ragazzina in questione riesce a passare in rassegna tutti gli ospiti della casa, nella quale è avvenuta una seduta spiritica che ha richiamato l’essere che ora vive nel suo corpo, persino uno zio paralitico.
Per far sì che
L’Amore e il Diavolo (Les visiteurs du soir - 1942, Marcel Carné) diventino amanti occorre andare a ritroso diversi anni o bruciare nelle fiamme della passione violenta. Occasione persa nel film, perché l’amore vince sugli emissari del demonio che, indispettiti, non possono far altro che trasformare gli innamorati in statue.
Molto più romantico
Legend (Ridley Scott, 1985) con un giovane e ancora sconosciuto Tom Cruise che salva con il coraggio dell’amore Mia Sara e l’unicorno bianco. Indimenticabile la rappresentazione del Signore delle Tenebre e struggente la colonna sonora di Bryan Ferry.

LEGEND

Ma se i desideri nascosti, le ambizioni latenti, le brame di potere potessero avere un volto, questi assumerebbe le sembianze di un Suppliziante e noi non saremmo altro che ingabbiati nel continuo inganno di Hellraiser (1987, Clive Barker) che ha conosciuto sequel fino al numero dieci. Affascinati dal male che accarezza le menti rese deboli dal peccato e dalla disperazione. Barker segna un punto importante nel cinema degli anni 80 con questo film, al quale seguirà Cabal (1988) che sfiora il mito nelle psicosi di un ragazzo e Candyman che ha avuto, invece, due seguiti. Tutti i film di Clive Barker descrivono l’aspetto malvagio che si nasconde inconsciamente dentro di noi per poi mostrarsi e diventare un’arma decisa e implacabile per distruggere ogni bene. Siamo capaci di ogni efferatezza, siamo maligni quel tanto che basta per scatenare e seminare zizzania per puro divertimento così da soddisfare il nostro ego e nutrirci di questa ingordigia che diventa ogni giorno sempre più vorace.

Nell’Apocalisse di Giovanni troviamo il personaggio che ha ispirato gli sceneggiatori e i registi di tutto il mondo: L’Anticristo (1974, Alberto De Martino).

"E ogni spirito che non riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne non è da Dio: e questo è lo spirito dell'anticristo…"
(1 Giovanni 4:3).

Alcuni ritengono che sia una creatura allevata da Satana (La Tempesta del Secolo, di Stephen King), altri sono convinti si tratti del figlio legittimo del demonio. In entrambi i casi, sia Giovanni che Paolo, lo hanno descritto come una persona in carne e ossa, malvagia e bugiarda, che non conosce ancora il suo oscuro destino.
A differenza di
Omen il presagio infernale (1976), Omen IV - il presagio infernale e il remake di Omen - Il presagio 6.6.2006 o ancora la saga di Damien, dove un antipatico bimbetto sa perfettamente di essere diverso e ne approfitta.

THE OMEN

Sarebbe il caso di scatenargli contro Constantine (2005), un eroe per caso. Un suicida che, riportato in vita, per guadagnare il Paradiso dovrà eliminare i demoni infiltrati nella società. Un bel film, un eccellente fumetto (HellBlazer, DC Comics). Keanu Reeves sembra essere adatto alla stilizzazione della figura del peccatore.
Un po’ come in
Giorni contati (End of Days, 1999), dove la protagonista, Robin Tunney, ignora di essere la prescelta da Satana per il concepimento di suo figlio e dove un mastodontico Arnold Schwarzenegger diventa un angelo protettore.
La fine dei giorni potrà essere scongiurata solo dall'amore sincero fra i due protagonisti di
Two of a kind, Olivia Newton John e John Travolta, continuamente sabotati dal diavolo di turno.

Nel romanzo del 1190 di Robert de Baron, Mago Merlino, nato dalla figlia del re di Demezia e da padre sconosciuto, è descritto come un Anticristo inviato per contrastare il cristianesimo che si andava diffondendo, ma sconfitto dalla bellissima Vivienne, la Dama del Lago che in seguito alleverà Lancillotto e donerà l'Excalibur ad Artù, dopo che egli avrà sfilato la spada dalla roccia, (unico testo che riporta l'aneddoto) e che, infine, ruberà la magia a Merlino, vincolandolo per sempre in una prigione senza tempo.

Giovani Diavoli (Idle Hands, 1999) la mano che uccide. Questa volta il Maligno ha eletto a sua sede la mano impiantata ad un giovane studente dopo che questi l’aveva persa in un incidente stradale, incitandolo a commettere crimini e delitti.
Il Signore del Male (di John Carpenter, 1987) assume svariate forme per presentarsi. In questo caso è un liquido verdastro, custodito in uno scrigno all’interno di una chiesa che imprigionerà i suoi occupanti fino ad un lento eccidio ed un finale.. televisivo. Nel cast c’è anche Alice Cooper.

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Strani e oscuri racconti vengono tramandati da secoli. Orribili profezie e patti di sangue tra nobili milanesi e il demonio apparso di notte nelle loro stanze. Gian Galeazzo Visconti ne sa qualcosa. Era il 1836 quando si destò d’improvviso una notte, perché le sue narici erano impregnate di un puzzo di zolfo. Il diavolo era lì venuto per portare via la sua anima.
Lunghe trattative finirono per stipulare in cambio dell’orrendo scopo della visita la costruzione di una sontuosa cattedrale, lì dove un tempo sorgeva il Tempio di Minerva, al centro di una grande piazza. Il disegno della chiesa doveva contenere effigi demoniache. Così fu.
Il Duomo fu dedicato a Maria nascente, ma il visconte non riuscì a vederlo terminato, poiché morì e non ci è dato sapere chi andò a prenderlo. Milano, però, e la Madunina recano in sé le testimonianze stabilite in quell’accordo notturno.
Le antiche scritture se interpretate male possono confondere le idee di chi le legge, in
El dia de la Bestia (1995) un parroco, peccando di presunzione, comincia a credere di essere il prescelto per sconfiggere Satana. Per far in modo di avvicinarlo commette ogni genere di crimine e sembra che riesca nel suo intento.
Forse
La Nona Porta (The ninth Gate - Roman Polanski, 1999) ha voluto riprendere il discorso e trasformarlo. Nel film un esperto bibliofilo cede alla tentazione del Male e alla ricerca di un testo raro che, si dice, abbia poteri diabolici.

C’è chi ha ceduto, chi ne ha raccontato le gesta e chi ha pagato amaramente la corruzione scelta.
FAUST (Faust, eine deutsche Volkssage, 1926) un eccellente film muto che ripercorre la storia del dottor Johann (o Georg) Faust, protagonista della scommessa in atto tra il Diavolo e l’Arcangelo Gabriele. Johann era interessato agli studi di alchimia e magia, ma era conosciuto come truffatore e fu espulso più volte da Praga con pesanti accuse di sodomia, pedofilia o per arrecato male a qualcuno. Grazie ai suoi studi di magia occulta, un giorno, si dice, gli apparve il diavolo Mefistofele, che lo indusse in tentazione promettendogli ciò che lui desiderava di più, in cambio della sua anima da consegnarsi entro 24 anni dalla stipula dell’empio contratto. Faust accettò entusiasta di poter ritornare giovane e venire a conoscenza di quei poteri e piaceri ai quali aveva dedicato l’intera esistenza. Dopo essere stato schernito da molti, la voglia di riscatto sugli altri lo portò alla perdizione.

Gli anni trascorsero colmi di vendette azioni nefande ed incantesimi, fin quando allo scoccare del ventiquattresimo anno, attorno al 1540 a Staufen (Breisgäu), Mefistofele apparve a reclamare ciò che gli era dovuto: l’anima del dottor Georg Faust. Si narra con terrore della notte in cui lo scambio accadde. Urla atroci e gemiti spaventosi accompagnarono la sottrazione violenta dell’anima di Faust per opera del demonio. Nessuno accorse, terrorizzato dai rumori spaventosi che si sentivano provenire da quella casa. Il mattino dopo, alla luce del giorno, qualcuno entrò, trovandosi di fronte ad uno spettacolo immondo. L’intera superficie della casa era stata devastata, regnava il disordine ed ogni cosa risultava distrutta e ricoperta di sangue. Guardando in alto, però, un buco immenso aveva squarciato il tetto, ma il corpo del dottore non venne mai più rinvenuto.

"Quando fu giorno si recarono nella stanza dove era stato il dottor Faust. Trovarono tutta la stanza imbrattata di sangue, il cervello era spiaccicato al muro poiché il diavolo lo aveva sbattuto da una parete all'altra, vi erano pure i suoi occhi e molti denti sparsi qua e là, lo spettacolo era tremendo e pauroso. Trovarono infine il suo corpo fuori accanto al concime, orribilmente sfigurato, con la testa e le membra ciondolanti"

da: "Storia del dottor Johann Faust", 1587

Egli non fu l’unico, Paganini Horror (Cozzi,1988) si rifà alle innumerevoli leggende che hanno offuscato e con le quali ha giocato il giovane violinista, Niccolò. Nel film l’ambientazione è la casa dove, si dice, sia avvenuto il patto col Demonio e la storia ruota attorno a uno spartito maledetto.
Niccolò Paganini fu vittima di pettegolezzi e dicerie che puntavano a minare la bravura eccezionale con la quale il maestro piegava a sé le corde del violino, suscitando emozioni nel far uscir fuori una musica di gran pregio. Ma la sua abilità derivava non da un patto col Diavolo, bensì dai rigidi insegnamenti del padre che si accorse da subito della sensibilità del figlio verso la musica. Per questi e altri motivi (una relazione con una minorenne) fu accusato di empietà e alla sua salma non fu accordata la sepoltura in terra consacrata. Genova lo ripudiò, Parma accolse i suoi resti.

In piazza del Gesù a Roma si racconta che una sera se ne andavano a spasso sottobraccio il Diavolo col Vento. Arrivati in prossimità della chiesa, il Diavolo si rivolge al Vento chiedendogli di aspettarlo perché deve portare a termine un lavoro proprio lì dentro. Da allora il Vento che soffia spesso in quella zona, sta ancora aspettando il suo ritorno.
In Italia le leggende sono legate ai luoghi, a terreni scoscesi che pendono in salita, in archi medievali sorti in una notte, nei porti immodificabili i segni impressi nella dura pietra.
L’Arcidiavolo (1966) ritorna indietro, nel periodo in cui il Diavolo è di casa. Un tipo simpatico, subdolo e sornione, che Vittorio Gassman interpreta con una romantica nostalgia. Siamo nel 1478 la pace stipulata da Innocenzo VIII e Lorenzo de' Medici indispettisce Belzebù, che invia l'arcidiavolo Belfagor e il suo servitore Adramelek (Mickey Rooney) per far in modo che la guerra tra i due ricominci immantinente. Peccato che non venga trasmesso in televisione più spesso.
I buoni diavoli esistono e sono tramandate anche le loro opere. Si racconta che una notte un novizio era molto stanco per montare la guardia al convento dove si produceva un vino pregiato. Era sveglio dall’alba e aveva lavorato tutto il giorno. D’improvviso vide passare un diavolo e assonnato gli chiese se poteva montare la guardia al suo posto. Il diavolo, commosso, acconsentì.
Ma possono essere molto dispettosi. Il parroco di un villaggio inglese invocò l’aiuto del demonio per far scomparire la ‘parte’ colpevole di aver commesso adulterio con la moglie di un nobile. Se i villeggiani l’avessero saputo che per lui sarebbe stata la fine. Il Diavolo finse di accontentarlo e quando il parroco, contento di dimostrare che senza membro non avrebbe mai potuto avere una tresca con la donna, alzò le vesti lo spettacolo che apparve alle genti fu un “enorme malinteso”.
Roberto Benigni incarna egregiamente
Il piccolo Diavolo (1988), un essere immondo ma bellissimo. Giuditta ha preso il nome dalla donna che ha ‘posseduto’, è ghiotto di zuppa inglese e ossessivamente curioso. Giunto sulla terra al cospetto di padre Maurizio, interpretato da Walter Mattahau, con il ripensamento della vocazione perché innamorato di una incredula Stefania Sandrelli, riesce dopo varie peripezie a farlo ragionare sul passo che sta per compiere.
The exorcism of Emily Rose (2005), basandosi su di una storia vera, racconta la violenza dell’ignoranza contro i malati in epoca antica. Era più semplice torturare che curare e molte volte era l’invidia o ancora il pettegolezzo, che portava a insistere con la forza l’ammissione di un reato mai commesso.

L’esorciccio (Ciccio Ingrassia, 1970) è una chicca tutta italiana. Il filo conduttore è un amuleto che passando di mano in mano, crea situazioni imbarazzanti e incomprensibili alle povere vittime. Un giorno in paese, però, si presenta uno stregone che interroga, interpreta i segni, psicanalizza le persone coinvolte nel prodigioso avvenimento fin quando per sbaglio inghiotte l’amuleto, trasformandosi egli stesso in un diavoletto.
Un film premonitore, che anticipava di qualche anno
L’esorcista (John Boorman, 1973) che ha avuto diversi sequel, più o meno degni di nota. Linda Blair, la protagonista, da il meglio di sé nel primo capitolo e Tony Musante è il bello e dannato del film. La camminata a ragno sul muro che destava terrore puro, più del vomito a base di crema di piselli, è stata reinserita nel recente restauro della pellicola con buona pace degli estimatori. E’ recente L'Esorcista: la genesi (Renny Harlin, 2004), ambientato 30 anni prima.
Diciamocelo ci siamo divertiti di più guardando
Riposseduta (1990) con il mattatore Leslie Nielsen e la stessa Linda Blair che fa il verso al personaggio che l’ha resa nota.

Apparizioni fugaci, semplici cammei che resteranno nella storia del cinema. Vuoi per l’attore, vuoi per il personaggio interpretato.
Nei panni di una bionda (Switch, Blake Edwards -1991) Ellen Barkin alle prese con il diavolo tentatore che gli propone la scelta più semplice, abbandonarsi alle fiamme dell’Inferno poiché una donna che ha amato la figura maschile che era prima di essere ucciso non sarà facile trovarla.
Ne
La morte ti fa bella (Death becomes Her, di Robert Zemeckis, 1992) il diavolo ha le rotonde fattezze di una fulgida Isabella Rossellini nei panni succinti di una ricca gaudente che insegue la primavera tutto l’anno e vende a peso d’oro un miracoloso elisir dell’eterna giovinezza condannando le prescelte a “farsi in quattro” pur di apparire come non sono.
Rosalinda Celentano sembra essere passata in sordina ma con muta malizia ha incarnato il Maligno ne
La Passione di Cristo (Mel Gibson, 2003).
Il taglio d’occhi che la caratterizza rende possibile il riconoscimento, pur nascosta da una brillante seduta di trucco.

Ma torniamo ai festeggiamenti per Halloween, è la notte in cui a Jack incontrerà Il diavolo, probabilmente.. (Andrea Romeo 1977).


http://www.horrorcult.com
http://www.cinetecamilano.it/
http://utenti.lycos.it/Alalka/luo/luo0032.htm
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31 ottobre 2006