Seconda
Parte
I
difetti e le lacune oggi esistenti in questo negativo dimostrano che esso
venne utilizzato dalla UFA per la stampa di numerose copie. Presso il
Gosfilmofond di Mosca è conservato un controtipo stampato a partire da
una delle copie che i russi si procurarono in Germania alla fine della
seconda guerra mondiale. Da questo controtipo venne stampata una copia,
inviata nel 1975 al Filmmuseum di München, a sua volta controtipata dal
Bundesarchiv di Coblenza e dal National Film Archive di Londra.
Il controtipo russo è più completo del negativo di Berlino-Est e comprende
intertitoli in caratteri gotici bianchi su fondo nero, realizzati dalla
UFA, perfettamente conformi a quelli del secondo visto di censura del
film, emesso il 17 ottobre 1926; in essi è addirittura presente un errore
esistente sia nel visto di censura che nella copia di Amsterdam: il nome
dell'attore Eric Barclay viene qui trascritto Barcley.
Dallo stesso negativo proviene pure la versione Pathé-Super in 9,5mm,
di cui la Filmoteca Española conserva una copia con intertitoli in castigliano,
comprendente scene colorate in rosso e in azzurro, sebbene il film, originariamente,
non presentasse alcun tipo di colorazione. Faust venne distribuito in
9,5mm dalla Pathé dopo il 1934: ciò dimostra che questo negativo era quello
"ufficiale" del film negli anni Trenta, risultando così il terzo negativo
tedesco.
Il 9 aprile 1932 Faust uscì di nuovo a Berlino, all'Ufa Palast, con accompagnamento
musicale per orchestra e, probabilmente, in questa occasione la UFA decise
di stamparne una nuova copia. Poiché il secondo negativo era ormai in
cattivo stato, si optò per il suo "ritiro", sostituendolo con un terzo
negativo, realizzato con le scene di riserva ancora disponibili. Ma era
comunque necessario estrarre dal negativo precedente le scene per le quali
non esistevano riprese di riserva; in questo nuovo negativo abbiamo dunque
scene che, essendo uniche, sono passate dal primo negativo al secondo,
e da questo al terzo, con progressivo deterioramento e perdita di fotogrammi
dovuta alle nuove giunte. Abbiamo poi altre scene o intere sequenze estratte
dal secondo negativo, nonostante le sue cattive condizioni, sicuramente
per mancanza di riprese di riserva disponibili.
Al Bundesarchiv di Berlino, esaminando nel gennaio 1994 il negativo nitrato
corrispondente a questo terzo montaggio, si è avuta conferma del fatto
che alcune scene erano state estratte dal secondo negativo, poiché alcune
annotazioni a china, visibili nella copia di Amsterdam e pertanto provenienti
dal secondo negativo, risultano qui presenti, fisicamente tracciate con
inchiostro bianco. Ciò dimostra inoltre che il negativo di Berlino è tardivo,
trattandosi del rimontaggio di materiali preventivamente utilizzati in
altri negativi, che esso venne a sostituire.
La visita a Berlino ha poi riservato una grande sorpresa: si è scoperto
che lo Staatlisches Filmarchiv, ora Bundesarchiv, non conservava un solo
negativo nitrato, ma ben tre. Uno di essi era quello della versione americana,
montata dallo stesso Murnau negli studi MGM di Culver City.
Negativo originale americano
Probabilmente richiesto dalla UFA alla Metro-Goldwyn-Mayer una volta scaduto
il termine del contratto di distribuzione di Faust negli Stati Uniti,
questo negativo si trova in perfetto stato di conservazione, completo
di intertitoli originali; nel 1976 ne sono stati altro archivio FIAF che
tratti un lavander e un controtipo safety. A quanto pare, l’unico altro
archivio FIAF che possiede una copia di questo controtipo è il Tainiothiki
Tis Ellados di Atene. Lo studio di questa versione è stato però effettuato
a partire da un video della Turner Entertainment di Los Angeles, contenente
il materiale safety da essi conservato.
Murnau, che già in fase di sceneggiatura aveva segnalato possibili varianti
da realizzarsi appositamente per la versione americana (come una scena
boccaccesca con Marta e Mefisto), durante le riprese venne coadiuvato
all’operatore Rosher (poi direttore della fotografia per Sunrise), che
gli offrì consigli sul gusto e sullo stile hollywoodiani, modificando
scene e intertitoli per il pubblico americano. Così, per esempio, la pozione
che Marta offre a Mefisto viene da questi rifiutata con ripugnanza perché...
contiene alcol, come ci informa un intertitolo (e in piena epoca Proibizionista,
negli Stati Uniti risulta divertente che proprio il diavolo sia contrario
all'alcol).
Nel finale del film vediamo l'ascensione al cielo di Faust e Margherita
dopo il rogo: nella scena era originariamente presente anche nella versione
montata da Murnau per Germania. Ne abbiamo infatti una descrizione del
critico Hans Feld in suo articolo apparso sul «Film-Kurier» il 26 agosto
1926, dopo l'anteprima del film effettuata dalla UFA a Berlino il giorno
precedente.
Senza dubbio questa scena venne soppressa prima dell'uscita del film:
nella copia danese abbiamo un taglio corrispondente al suo inizio, mentre
nel secondo e nel terzo negativo essa è stata sostituita dall'immagine
di nubi che salgono nel cielo fino a raggiungere una fonte di luce.
Quest'ultima scena venne girata e montata, su indicazione di Neumann,
anche nel primo negativo poco prima dell'uscita del film, poiché Hans
Wollenberg ne fa una dettagliata descrizione nella sua critica alla prima
del film a Berlino, il 14 ottobre 1926, apparsa sul «Licht- Bild-Bühne»
il giorno seguente.
Negativo francese
Il terzo negativo nitrato conservato presso il Bundesarchiv di Berlino
è una copia unica, a tutt’oggi non ancora trasferita su supporto di sicurezza,
e di cui non si conservano positivi. In generale, esso contiene immagini
di qualità inferiore a quelle presenti nei primi due negativi tedeschi
e in quello americano, sebbene comprenda alcune scene che non esistono
nelle altre versioni e qualche bella variante, come, per esempio, un'inquadratura
della scena della madre malata, nella quale compaiono anche i suoi tre
bambini, assente negli altri negativi. Tuttavia, abbiamo pure un’inquadratura
in cui sono visibili le braccia di un tecnico o di un elettricista che
sta tenendo ferma una porta, mentre il montaggio non risulta particolarmente
accurato: in alcune scene di raccordo in movimento l'azione viene parzialmente
ripetuta.
Le scene recanti testi (le pagine dei libri e il patto) non sono montate
per intero : di esse sono presenti soltanto un paio di fotogrammi di riferimento,
in modo da poterle sostituire con intertitoli in un'altra lingua. Ciò
ha fatto supporre che si trattasse di un negativo per la distribuzione
in paesi di lingua diversa dall'inglese e dal tedesco, in un primo tempo
senza poterne stabilire con esattezza la destinazione. Fortunatamente,
l’unico fotogramma rimasto di un intertitolo aggiunto dal distributore
e in seguito eliminato dal negativo, recante l’informazione “Mephisto
= Emil Jannings” recava il marchio della casa Aubert, distributrice del
film in Francia. Si tratta, dunque, del negativo per la distribuzione
in questo paese, probabilmente ritirato anch'esso dalla UFA al termine
del contratto. I tedeschi riservarono ai loro nemici francesi uno dei
peggiori negativi.
Abbiamo dunque cinque Faust diversi:
- la prima versione tedesca (copia nitrato danese del Danske Filmmuseum)
- la seconda versione tedesca (copia nitrato bilingue del Nederlands Filmmuseum)
- la terza versione tedesca (controtipo del Gosfilmofond e negativo originale
nitrato del Bundesarchiv di Berlino)
- la versione americana (negativo originale nitrato dei Bundesarchiv di
Berlino)
- la versione francese (negativo originale nitrato del Bundesarchiv di
Berlino).
Eccetto il negativo americano, che consiste per la maggior parte in un
controtipo della prima versione tedesca, in generale ogni versione è costituita
dal montaggio di riprese diverse della stessa scena, a volte simili, se
girate con due macchine da presa collocate in parallelo, ma in molte occasioni
assai differenti, con cambiamenti di azione, inquadratura, ritmo e, talvolta,
persino di costumi (nella scena della lezione nell'emiciclo, Faust indossa
un soprabito nelle riprese montate nel negativo francese e nel terzo tedesco,
mentre non lo indossa in quelle dei primi due negativi tedeschi e dell'americano).
Bisogna tenere presente che Murnau girava una media di appena tre scene
al giorno, con molteplici variazioni e, talvolta, fino a quaranta riprese
della stessa inquadratura, la maggior parte delle quali avrebbero potuto
essere considerate valide da qualsiasi regista mediamente esigente.
Un'ultima domanda: quanti negativi di Faust sono esistiti? Nei tre conservati
dal Bundesarchiv di Berlino, sono presenti, quasi su ogni scena, annotazioni
a inchiostro di china bianco dovute alle montatrici o, forse, alla mano
stessa di Murnau che, secondo Harold Schuster, montatore di Sunrise, annotava
e conservava personalmente i piccoli rulli risultanti dalla scelta del
materiale girato. Abbiamo così scoperto che il negativo americano era
un controtipo del numero 1, il francese una riedizione del numero 4 con
alcune riprese aggiunte del 6 (ciò non significa che siano esistite sei
diverse riprese di ogni scena) e che il terzo negativo tedesco non ha
alcun numero di identificazione.
Probabilmente, in un primo tempo sono esistiti soltanto tre negativi completi
(francese, americano e primo tedesco) e numerose riprese di riserva, utilizzate
in seguito dalle montatrici della UFA per realizzare gli altri due negativi
che sostituirono il primo originale tedesco. La copia danese proviene
da questo primo negativo originale tedesco, sostituito, a causa del suo
deterioramento, da quello da cui proviene la copia di Amsterdam, a sua
volta sostituito in seguito da quello di Berlino-Est. Ciò spiega perché
a Berlino siano stati ritrovati soltanto i negativi provenienti dall'estero
e quello tedesco di epoca più tarda e non vi sia traccia dei primi due
negativi tedeschi. Risulta invece strano il fatto che la UFA non avesse
previsto un negativo da utilizzare esclusivamente per la distribuzione
all'estero, ma che tutte le copie venissero stampate a partire dal negativo
originale, accelerandone così il decadimento.
Intertitoli
Il negativo francese è quello più ricco di sorprese. Il distributore Aubert,
infatti, non eliminò i fotogrammi originali di riferimento per l'inserimento
degli intertitoli francesi: talvolta si tratta soltanto di pellicola velata
con il testo tedesco scritto a mano, ma nella maggior parte dei casi abbiamo
due o tre fotogrammi dell'intertitolo originale tedesco. Tali intertitoli
risultano corrispondere a quelli del negativo tedesco di Berlino-Est.
Si tratta dunque degli originali realizzati sotto la supervisione di Murnau?
Se fosse così, perché essi non corrispondono a quelli del visto di censura
che possediamo?
Bisogna qui tenere presente un errore in cui alcuni storici esperti di
Murnau, me compreso, sono incorsi. Nell'agosto 1926, quando Pommer e Murnau
già si trovavano negli Stati Uniti, Hans Neumann, responsabile della postproduzione
di Faust, decise di cambiarne gli intertitoli, affidando al celebre poeta
Gerhart Hauptmann il compito di comporli nuovamente in versi. Lo sceneggiatore
del film, Hans Kyser, si oppose a tale decisione, dando origine a un'aspra
polemica che obbligò Neumann a eliminare gli intertitoli di Hauptmann,
per pubblicarli in un'opuscolo distribuito al pubblico in occasione dell'uscita
del film.
Wolfgang Jacobsen, nel suo Friedrich Wilhelm Murnau (Carl Hanser Verlag,
1990), da me ripreso in Los proverbios chinos de F.W. Murnau (Filmoteca
Española, 1992), sostiene che gli intertitoli di Hauptmann erano presenti
nella copia di Faust presentata in anteprima a Berlino il 25 agosto 1926,
due mesi prima dell'uscita ufficiale del film. Poiché esso aveva ottenuto
un primo visto di censura, oggi perduto, il 17 agosto, cioè pochi giorni
prima della presentazione, si dava per scontato che esso contenesse gli
intertitoli di Hauptmann, successivamente eliminati dalla copia prima
dell'uscita ufficiale del film. Si supponeva quindi che per quest'ultima,
che ebbe luogo a Berlino il 14 ottobre, fosse stato emesso pochi giorni
dopo, cioè il 26 ottobre, un secondo visto di censura, tutt'ora conservato.
Gli intertitoli di questo secondo visto sono quelli di Kyser, originariamente
previsti da Murnau.
Queste supposizioni si sono poi rivelate erronee: gli intertitoli di Hauptmann
non vennero mai realizzati, come ha scoperto Evelyn Hampicke da documenti
dell'archivio dello stesso Hauptmann, comprendente corrispondenze e diari,
consultati su nostra richiesta al Bundesarchiv di Berlino in vista del
lavoro di restauro. Ulteriori conferme sono giunte da due critiche dell'epoca.
Nella prima, già citata, di Hans Feld - pubblicata sul «Film-Kurier» il
26 agosto 1926 - il critico afferma di aver visto il film il giorno precedente,
ma di non conoscere ancora gli intertitoli di Hauptmann. Nella seconda,
relativa alla presentazione alla stampa di Faust a Vienna, che ebbe luogo
il 14 settembre dello stesso anno, si dice che la copia presentata non
comprende gli intertitoli di Hauptmann, ancora da realizzarsi (l'articolo
apparve sul «Reichsfilmblatt» n.40/1926, dei primi di ottobre, cioè un
mese dopo l'emissione del primo visto di censura).
Quali erano allora gli intertitoli del primo visto di censura? Certamente
quelli originali di Kyser e Murnau, gli stessi con i quali il film venne
distribuito e che vennero inclusi come riferimento nel negativo all'epoca
inviato in Francia. Le critiche dei quotidiani berlinesi all'uscita del
film ne indicano la lunghezza in 2484 m., metraggio corrispondente a quello
del primo visto di censura e leggermente superiore a quello del secondo.
Poiché gli intertitoli di Hauptmann, pubblicati in un opuscolo e tutt’ora
conservati, risultano molto diversi da quelli di Kyser e Murnau, non sarebbe
plausibile che il metraggio di due copie tratte dallo stesso negativo,
ma con differenti versioni di intertitoli, risultasse identico.
Il film uscì dunque a Berlino con gli intertitoli di Kyser elaborati da
Murnau, e con tutta probabilità si tratta degli stessi presenti nei due
negativi del Bundesarchiv. Le differenze riscontrabili fra questi intertitoli
e il secondo visto di censura trovano una spiegazione consultando la sceneggiatura
originale. La redazione degli intertitoli di Berlino corrisponde esattamente
alla sceneggiatura e non al secondo visto di censura. Del film si conservano
due sceneggiature originali, entrambe con annotazioni manoscritte di Murnau:
esse corrispondono a due fasi della rielaborazione dell'agosto 1925. La
più antica è conservata presso la Stiftung Deutsche Kinemathek di Berlino,
la più recente (anche se probabilmente posteriore di appena un paio settimane)
presso la Cinémathèque Française. Di quest'ultima fa parte un calendario
per le prove degli attori datato 26 agosto 1925. Non abbiamo nessun esemplare
della sceneggiatura utilizzata durante le riprese, né la lista finale
degli intertitoli, anche se alcune pagine della sceneggiatura definitiva
vennero pubblicate sul «Film-Kurier» il giorno stesso dell'uscita di Faust
a Berlino. In esse abbiamo un intertitolo - ancora non ultimato nelle
due sceneggiature conservate - redatto in forma identica a quella del
negativo di Berlino e molto diverso dal visto di censura. In conclusione,
gli intertitoli del negativo berlinese sono tratti dalla sceneggiatura
definitiva e sono, probabilmente, quelli originali.
Un'ulteriore conferma viene apportata dagli intertitoli americani, traduzioni
più o meno fedeli di questi primi intertitoli tedeschi, con numerose varianti:
Murnau li rielaborò infatti negli studi della MGM, ma esistono significative
coincidenze con gli originali di Berlino.
Anche la copia danese offre conferme abbastanza definitive alla tesi che
gli intertitoli del negativo di Berlino siano quelli originali. Gli intertitoli
della copia danese sono stampati su pellicola Kodak del 1926, risalgono,
cioè, all'epoca della prima uscita del film in Danimarca: è dunque probabile
che si tratti di una traduzione in danese degli intertitoli originali
tedeschi. Inoltre, il secondo intertitolo riportato nel visto di censura
parla di "ombre (Schatten) delle città”, mentre in quello del negativo
di Berlino leggiamo "terrore (Schrencken) delle città”, e la copia danese
a sua volta riporta la parola Raedsler, che significa appunto "terrore":
l'intertitolo danese corrisponde dunque a quello del negativo tedesco
e non al visto di censura.
D'altra parte, gli intertitoli del negativo di Berlino sono redatti in
caratteri gotici su un fondo molto simile a quello dei cartelli della
versione americana, che sappiamo essere stati personalmente curati da
Murnau. Nel 1928 Fritz Matthes, nella sua cronaca dell'uscita di Faust,
scrive: "Perfino le lettere dei cartelli sembravano strappate a quei libri
gotici in cui il vecchio dottor Faust aveva inutilmente cercato la Scienza".
Il commento sembra riferirsi agli intertitoli del negativo di Berlino,
i cui caratteri maiuscoli mutano quelli dei codici miniati. Ai funzionari
della UFA gli intertitoli di Murnau, in caratteri gotici assai elaborati
su fondo indefinito, di difficile lettura, dovettero sembrare inadeguati
per la maggioranza degli spettatori: essi decisero dunque di sostituirli
con altri più semplici, realizzata con lo stesso tipo di carattere, ma
senza le maiuscole così elaborate e su fondo nero.
Gli intertitoli del negativo tedesco di Berlino, a differenza di quelli
conservati dal negativo francese, risultano reinquadrati per poter essere
proiettati su apparecchi sonori senza che il nuovo mascherino tagli le
scritte: essi sono stati realizzati bloccando un fotogramma di riferimento.
Si tratta di un intervento relativamente recente, per lo meno posteriore
al 1938, poiché realizzato su negativo finopan Agfa, immesso sul mercato
dopo tale data.
Restauro
Prima versione tedesca - Nell'ambito del Progetto Lumière, si è deciso
di ricostruire la versione preparata da Murnau per la Germania a partire
dalla copia danese, dal negativo americano, che per la maggior parte consiste
in un controtipo del primo montaggio tedesco, e da alcuni frammenti di
altre versioni. Quasi tutti gli intertitoli originali verranno estratti
dal negativo francese, mentre per i restanti si utilizzerà il terzo negativo
tedesco, riportandoli al loro formato originale. La necessità di utilizzare
per la ricostruzione i materiali della versione americana e di quella
francese consentirà inoltre la conservazione delle due versioni su supporto
di sicurezza. Per la versione americana è prevista la realizzazione di
un nuovo lavander: in quello esistente, risalente agli anni Settanta,
sono presenti le tracce dei numerosi graffi dell'originale non essendo
stato stampato con il procedimento sotto liquido, all'epoca non ancora
disponibile. Anche per la versione francese è prevista la realizzazione
di un lavander safety con procedimento di stampa sotto liquido.
Seconda versione tedesca - La copia di Amsterdam sarà trasferita su supporto
di sicurezza il più presto possibile, poiché già presenta tracce di decomposizione
nello strato di fissaggio dell'emulsione; il controtipo realizzato a Londra
nel 1951 è a sua volta su materiale nitrato: anche se a partire da esso
sono già stati stampati positivi di sicurezza, si possono ottenere risultati
migliori realizzandone un nuovo controtipo con il sistema di stampa sotto
liquido. A partire da questa copia è possibile ricostruire la seconda
versione tedesca, sostituendo le scene aggiunte della copia bilingue con
quelle originali della copia danese, correggendo alcuni errori di montaggio
non presenti nel negativo, e sostituendo gli intertitoli bilingui con
quelli tedeschi del controtipo russo.
Il terzo negativo tedesco può già considerarsi conservato.
Riteniamo opportuno, in un futuro, diffondere prima di tutto la prima
versione tedesca e quella americana, riservando la tarda versione tedesca,
quella francese e quella bilingue alla visione di studiosi e storici del
cinema: si tratta infatti di materiale unico e insostituibile, da cui
risulta appassionante poter vedere le varianti di realizzazione del film
attraverso quattro o cinque riprese diverse per ogni scena.
Altro problema ugualmente appassionante e complesso è quello della ricostruzione
dell'accompagnamento musicale originale del film. Sappiamo che Murnau,
già durante la riprese, fece eseguire alcuni temi di Schubert e Bach che
sicuramente pensava di utilizzare. Erno Rapee, forse sotto la supervisione
di Murnau, incominciò a lavorare alla musica di accompagnamento prima
di lasciare la UFA per gli Stati Uniti. In seguito, quando Murnau si trovava
ormai in America e a poche settimane di distanza dall'uscita del film,
l'incarico fu affidato a Giuseppe Becce. Quest'ultimo, a causa dei troppi
impegni di lavoro, si vide costretto a rifiutare e Werner Richard Heymann
scrisse in tempo record una partitura che accompagnò il film alla sua
uscita.
Fino a oggi sono state ritrovate soltanto alcune parti di questo accompagnamento,
pubblicate all'epoca su riviste specializzate o in collezioni di musica
per il cinema. Paul A. Hensel preparò per il film una compilazione di
brani pubblicata dal periodico «Licht-Bild-Bühne»: si tratta di 78 pezzi,
per la maggior parte già identificati e recuperati. Per la versione americana,
Edward Bowes preparò un accompagnamento per la sua presentazione al Capitol.
Altri compositori scrissero accompagnamenti nei diversi paesi: Sir Landon
Ronald a Londra, su temi di Gounod, Jacob Gades a Copenhagen, Busca de
Sagastizabal a Madrid, ecc. Questo e altri temi tuttora in discussione
verranno trattati in una pubblicazione, a cura della Filmoteca Española,
che comparirà in occasione della presentazione del restauro del film,
nell'ambito del Progetto Lumière.
|