Piero Perona

IL CINEMA COMPIE OTTANT'ANNI, riduzione da Stampa Sera , 29 dicembre 1975

Prima Parte

Il cinematografo, arte del nostro secolo, nacque ufficialmente la sera del 28 dicembre 1895 nel sotterraneo del Grand Cafè di Parigi, al numero 14 di boulevard des Capucines. La prima proiezione pubblica, a cura dei fratelli Auguste e Louis Lumiére, concludeva un periodo di studi travagliati e difficoltosi. In ogni parte del mondo, negli ultimi anni del secolo scorso, si trovavano gruppi sperimentatori che stavano per mettere a punto il grande sogno, la rappresentazione delle immagini in movimento. I Lumiére forse non inventarono nulla di determinante. Ebbero il merito di applicare le proprie e le altrui conoscenze in senso industriale e popolare, togliendo il cinema dalla curiosità dei baracconi e facandone un linguaggio universale.

« Un nuovo apparecchio - ha scritto lo storico George Sadoul - non sorge già perfetto dalla mente di un inventore come Minerva dal cervello di Giove ». Nell'800 lanterne magiche, spettacolari diorami, ombre cinesi costituivano il punto di partenza per coloro che volevano mettere insieme, in un'unica apparecchiatura, la sintesi del movimento, la fotografia e la proiezione. La fotografia, grazie a Niepce, Daguerre e Bayard, era a metà secolo un fatto compiuto. L'elettricità, che successivamente avrebbe sostituito le lampade a petrolio dando all'apparecchio di proiezione una fonte luminosa, permetteva la visione in pubblico di immagini in grande formato.

Non si era ancora giunti a fermare e riprodurre il movimento. Per due millenni gli scianziati e i poeti vi si erano arrovellati, da Tolomeo a Lucrezio, da Newton a Plateu. Quest'ultimo, un fisico belga vissuto tra il1801 e il 1883, definì il principio della persistenza delle immagini sulla retina. Plateu precisò che se le immagini registrate dalla vista si ripetono al ritmo di almeno 10 al secondo, si ha l'illusione del movimento (oggi il cinema sonoro proietta almeno 24 fotogrammi al secondo). Joseph-Antoine-Ferdinand Plateu, dal nome prolisso e dall'ingegno folgorante, costruì un disco di cartone con un certo numero di fessure e con figure dipinte su una delle facce. Facendo girare il disco attorno al suo centro e davanti ad un specchio, chi guardava dalle fessure scorgeva le figure tanto ravvicinate nel tempo da crederle animate.

Seconda Parte

Experimental page in Japanese