VIALE DEL TRAMONTO («Sunset Boulevard», 1950)

Undici nomination e tre Oscar vinti: soggetto e sceneggiatura, scenografia e colonna sonora. E uno dei più crudeli film su Hollywood, un viaggio nella decadenza in cui il lato oscuro del cinema coincide con quello della vita. La Swanson era una diva ormai caduta nell’oblio e Stroheim I’aveva diretta in Queen Kelly, il film che lei fa proiettare nella villa, Cecil B. De Mille è ripreso sul set di Sansone e Dalila. Fra i relitti cinematografici a casa della star si riconosce Buster Keaton.

Regia: Billy Wilder. Sceneggiatura: Billy Wilder, Charles Brackett, D. M. Marshman jr. Direttore della fotografia: John F. Seitz. Musica: Franz Waxman. Scenografia: Hand Drier, John Meehan. Montaggio: Doane Harrison, Arthur Schmidt. Pr. e Distr.: Paramount. Or: Usa. Dur.: 1h e 40’. B/N

Mentre il suo cadavere galleggia nella piscina di una villa, la voce fuori campo dello sceneggiatore Jillis ripercorre la storia della sua relazione con Norma Desmond, anziana diva del muto che vive isolata con il maggiordomo, immersa nel culto del passato e nella vana attesa di ritornare sul set. Jillis vuole scriverle una sceneggiatura e ne diventa il mantenuto, I’amante e infine la vittima.

William Holden (Joe Jillis), Gloria Swanson (Norma Desmond), Erich von Stroheim (Max von Mayerling), Nancy Olson (Betty Schaefer), Fred Clark (Sceldrake).

Billy Wilder, nome d’arte di Samuel Wilder, nasce a Vienna nel 1906. Sceneggiatore per la UFA, durante il nazismo si trasferisce negli Stati Uniti. Fra i suoi film: Frutto proibito (The Major and the Minor, 1942); La fiamma del peccato (1944); Giorni perduti (The Lost Week-End, 1945); L'asso nella manica (1951); Stalag 17 (1953); Sabrina (1954); Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch, 1955); Arianna (1957); A qualcuno piace caldo (Some like it Hot, 1959); Un, due, tre (1961); Irma la dolce (Irma la Douce, 1963); Baciami stupido (1964); La vita privata di Sherlock Holmes (The Private Life of Sherlock Holmes, 1970); Prima pagina (The Front page,1974); Fedora (1978); Buddy Buddy (1981). Vincitore dell'Oscar per la miglior regia con Giorni perduti (1945) e L'appartamento (1960) e dell'Oscar alla memoria di I. Thalberg (1987).